Professioni “dietro” la mostra – L’ufficio stampa

Il 5 agosto si avvicina e il caldo, anche ad Alatri, inizia farsi sentire quando incontriamo Paola Rolletta, giornalista di lungo corso sia in Italia che all’estero e responsabile dell’ufficio stampa della mostra “Il Corpo e l’Idea”. Così, seduti davanti una bevanda ghiacciata, iniziamo a discutere del suo lavoro.

“Fare l’ufficio stampa per una mostra non è molto diverso dal farlo per altri eventi”, ci spiega Paola con l’energia che la contraddistingue. “L’obiettivo resta veicolare e far pubblicare le notizie. E per far sì che questo avvenga serve redigere la mailing list, preparare i comunicati e, soprattutto, prestare attenzione ai tempi e ai modi nei quali questi vengono proposti alle redazioni”.

Parte del lavoro è quindi metodico, quasi certosino. Un’altra invece, considerato che fare l’ufficio stampa significa interagire con redazioni e giornalisti che ricevono migliaia di comunicati ogni giorno, è di carattere relazionale. “Quale dei due è più importante?”

“I rapporti professionali sono fondamentali”, ci risponde Paola. “Sebbene i contenuti siano cruciali, dobbiamo anche stabilire rapporti solidi con i redattori, i caporedattori e i direttori dei media. L’obiettivo è rendere i nostri comunicati stampa accattivanti, in modo da incuriosire i destinatari e aumentare le probabilità di pubblicazione. Conoscere personalmente le persone coinvolte nel settore e godere della loro stima è essenziale. Quindi sì, è un lavoro che si basa sulle relazioni!”

Il sole continua a picchiare, chiediamo altro ghiaccio avendo compreso che, sulla base dei rapporti coltivati, un buon ufficio stampa offre ai giornalisti qualcosa su cui costruire una storia o, per meglio, dire una notizia. E, come abbiamo capito durante questa serie di chiacchierate, a*nche questo aspetto non sia lasciato al caso. Quindi: “Qual è la tua strategia?”

“Stiamo puntando sulla curiosità, mettendo in risalto gli aspetti più accattivanti e meno scientifici della mostra. Considerando che l’inaugurazione avverrà in piena estate, sappiamo che i media generalisti cercano notizie più leggere. Quindi, stiamo lavorando su quegli elementi che possono catturare l’attenzione dei giornalisti e degli spettatori. Inoltre dobbiamo adattare i nostri comunicati stampa ai diversi giornali”, continua Paola. “Lavoriamo a medio termine con le testate, cercando di offrire comunicati ricchi di informazioni specifiche per ciascuna di esse. Nel periodo precedente l’inaugurazione, ci concentriamo su informazioni dettagliate riguardo a dove, chi e quando. Successivamente, miriamo a comunicati più adatti alle diverse testate.”

Così, tra una telefonata per l’organizzazione della conferenza stampa e una battuta sul recente passato della Certosa (argomento che Paola ha sempre tenuto nel cuore Trisulti tanto da essere protagonista della lunga controversia che ha restituito la struttura al suo territorio), i bicchieri che stavamo sorseggiando iniziano a mostrare il fondo e con loro una delle grandi criticità del mondo della comunicazione. “È sempre difficile capire quante persone siano venute perché hanno letto quel determinato articolo” ci confessa Paola.

Tuttavia un’apparizione su un giornale di settore o su una grande testata può avere un impatto in grado di stabilire il successo di un’iniziativa. E questo vale nel percepito delle persone e agli occhi degli sponsor, così come per le presenze o la reputazione di un evento. Per concludere il nostro incontro le chiediamo quindi: “tutto questo lavoro per le presenze o il prestigio?”

“Entrambi, ovvio! Il digitale deve portarci presenze, la stampa tradizionale per raggiungere quel pubblico non frequentatore dei social e soprattutto gli “addetti al settore” che possano essere incuriositi, e dare il loro contributo, alla Mostra, con recensioni e articoli. Insomma, dobbiamo suscitare curiosità attorno alla Testa anatomica, a Filippo Balbi e, ovviamente, alla Certosa di Trisulti che, dopo le vicissitudini giudiziarie degli ultimi anni, possiamo definire: il nostro paradiso ritrovato”.

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